Questo
libro di Valerio Giuffrè cerca di indagare, con un esercizio di sintesi,
ciò che possono le scienze. Per farlo, l’autore si interroga innanzitutto
su ciò che le costituisce e per ciò stesso cerca di giustificare il metodo
dell’epistemologia storica. In seguito si occupa di mettere in discussione
l’esistenza di una scienza fisico-matematica e nello stesso tempo l’idea di
una rottura epistemologica fondamentale tra la fisica e le altre scienze.
Infine, nella terza parte, Giuffrè affronta più direttamente ciò che
possono le scienze, esponendo le conseguenze e i progressi che possiamo
aspettarci dal loro sviluppo.
VALERIO
GIUFFRÈ, nato a Colleferro (Roma), si è laureato in Medicina e chirurgia
presso “La Sapienza”, Università di Roma. Saggista in tematiche
filosofiche, ha pubblicato: Un o l’Individuo (1985); L’assoluta conoscenza
umana (1990); Seneca: senso o ragione (1995); La metasensazione. Dall’homo
sapiens all’homo naturalis (2003); L’essere tra umanismo e umanesimo
(2009); DNA e anti-DNA (2010); Il gene dell’immortalità (2011);
L’Antimetafisica (2012); La dialettica post contemporanea (2012); Neoaporia
- staticismo universale (2013); Antigenesi (2014); La Neofilosofia (2014);
Sulla follia di Marx-Engels (2015); Umanismo e Logos (2016); Senofane
(2016); Dike (2017); Sulle antinomie di Nietzsche e Maometto (2017); Sulla
Natura (2018); Vademecum filosofico (2019); Essenzialismo filosofico
(2019); La Metamorfosi (2020); Il mio Occidente (2020); Summum Philosophiae
(2021). Per L’Antimetafisica ha ottenuto il Premio Spoleto 2012. In qualità
di artista ha ottenuto il Premio Rieti sul Risorgimento Italiano col
patrocinio del Presidente della Repubblica ed il Premio Spoleto Festivalart
2011. Ha partecipato a numerose expo nazionali ed internazionali: Padova,
Spoleto, Carrara, Bruxelles, Salvador de Baja, Parigi, New York. Nel
dicembre 2013 al Maschio Angioino di Napoli gli viene conferito il Premio
Europeo Oscar Wilde per la cultura.
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